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Una minuscola parte (1%) possiede quanto il resto della popolazione mondiale (99%).Uno squilibrio che causa disastri planetari, mentre migliaia di bambini muoiono ogni giorno per malattie che potrebbero essere facilmente prevenute.
Parole chiave:Rapporto Oxfam 2018, “we are the 99%”, malattie prevenibili, salario minimo
L’1% più ricco della popolazione mondiale possiede quanto il restante 99%, si legge nel Rapporto Oxfam 2018 – An economy for the 99 percent – diffuso alla vigilia del World Economic Forum di Davos. Già nel 2011 “We are the 99%” fu lo slogan usato dai dimostranti che a New York dettero vita al movimento “Occupy Wall Street” per denunciare gli abusi e i misfatti del capitalismo finanziario. We are the 99,9% fu anche il titolo di un editoriale di Paul Krugman pubblicato sul New York Times nel novembre 2011. “‘Noi siamo il 99%’ è un grande slogan (…) – scrive Krugman – coglie perfettamente il problema di una classe media che si oppone a un’élite (e non verso i più poveri). Inoltre liquida la nozione comune ma sbagliata che la crescita delle diseguaglianze sia principalmente tra i più istruiti e i meno istruiti; i grandi vincitori di questa nuova Età Dorata (“Gilded Age”) sono un pugno di persone ricchissime, non i professionisti usciti dal college. Inoltre la percentuale del 99% dello slogan è bassa: gran parte dei profitti dell’1% vanno a un gruppo ancora più piccolo, il top 0,1%, l’uno per mille più ricco della popolazione”. Se già dal 2011 era chiarissima la piega che aveva preso la globalizzazione, negli anni successivi la Gilded Age si è ulteriormente, scandalosamente rafforzata (Figura 1).
“Ecco a che punto siamo come pianeta nel 2018 – scrive Bernie Sanders in un articolo sul The Gardian –: dopo tutte le guerre, le rivoluzioni e i summit internazionali degli ultimi cento anni, viviamo in un mondo dove un gruppo minuscolo di individui incredibilmente ricchi può esercitare un controllo spropositato sulla vita economica e politica della comunità globale. Nonostante sia difficile da capire, la verità è che le sei persone più ricche del mondo adesso possiedono più ricchezza della parte più povera della popolazione mondiale – 3,7 miliardi di persone –. Inoltre, l’1% più benestante adesso ha più soldi del restante 99%. Nel frattempo, mentre i miliardari ostentano la loro ricchezza, quasi una persona su sette cerca di sopravvivere con meno di un dollaro e 25 al giorno e – orribile – circa 29.000 bambini muoiono ogni giorno per cause totalmente prevedibili come la diarrea, la malaria e la polmonite (…). Non solo, ma in un periodo di enorme disuguaglianze di ricchezza e di reddito, le persone di tutto il mondo stanno perdendo la fiducia nella democrazia – nei governi scelti dal popolo, per il popolo e del popolo –. Le persone sono sempre più coscienti che l’economia globale è stata truccata per favorire quelli che stanno già in alto a spese di tutti gli altri. E sono arrabbiate. Milioni di persone lavorano sempre di più per salari sempre più bassi rispetto a 40 anni fa, sia negli Stati Uniti che in molti altri Paesi. Osservano la situazione, sentendosi indifesi di fronte ai pochi potenti che comprano le elezioni e a una élite politica ed economica che diventa sempre più ricca, mentre il futuro dei loro figli diventa sempre più cupo. Al centro di tutta questa disparità economica, il mondo assiste a un’avanzata allarmante dell’autoritarismo e dell’estremismo di destra, che alimenta, sfrutta e amplifica il risentimento di coloro che sono stati lasciati indietro, e soffia sul fuoco dell’odio etnico e razziale. Dobbiamo sviluppare un movimento internazionale che affronti l’avidità e l’ideologia della classe miliardaria e che porti a un mondo di giustizia economica, sociale e ambientale. Sarà una lotta facile, questa? Ovviamente no. Ma è una lotta che non possiamo evitare. La posta in gioco è troppo alta”.
Torniamo al Rapporto 2018 dell’Oxfam, dove si trovano le proposte riassunte in tre punti:
porre un limite ai profitti degli azionisti e ai compensi dei top manager e garantire che tutti i lavoratori ricevano un salario “minimo” che consenta loro di avere una vita decente;
eliminare il gap di genere nello stipendio e proteggere i diritti delle donne lavoratrici;
far pagare più tasse ai benestanti e reprimere l’evasione fiscale per aumentare la spesa pubblica per Sanità e Istruzione.
gavino.maciocco@gmail.com