Intervista a Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze
In occasione della Giornata mondiale della salute, quali le priorità per il nostro sistema sanitario nazionale?
La Giornata mondiale della salute impegna tutti gli operatori sanitari, medici, infermieri, operatori socio-sanitari. I medici sono impegnati quotidianamente, nonostante le gravi difficoltà in cui versa il nostro sistema sanitario nazionale, nel cercare di assicurare le cure a tutti i cittadini. I medici garantiscono il diritto alla cura, rivendichiamo il diritto a curare le persone ma non possiamo garantire il diritto alla guarigione. Il diritto alla salute, alla cura è sacrosanto, il diritto alla guarigione no perché ci sono sempre più malattie che diventano croniche senza mai guarire. L’epidemiologia è cambiata, sempre più anziani e sempre più malati cronici. C’è l’assoluta necessità che il sistema sanitario pubblico sia finanziato adeguatamente: in caso contrario, andremo verso una sanità privata con il sistema sanitario che non sarà più in grado di garantire a tutti le cure necessarie.
Da dove partire?
Intanto va abolito il tetto di spesa per le assunzioni. Se le Regioni non possono assumere, il sistema sanitario va verso un inesorabile declino, si va, come detto, verso una sanità privata. Chi ha i soldi si può curare, chi non li ha rinuncia alle cure. Noi vogliamo che il servizio sanitario rimanga pubblico, gratuito e universale per tutti.
Poi stop al definanziamento della sanità. Siamo fra gli ultimi Paesi occidentali in termini di spesa in sanità: nei prossimi anni l’Italia arriverà al 6% del Fondo sanitario nazionale sul Pil, mentre Francia e Germania già hanno una spesa sanitaria intorno all’11%.
Serve poi una riorganizzazione generale del sistema. Di fronte alle malattie croniche serve un sistema in grado di prenderle in carico sia sul territorio che in ospedale. Il Centro unico di prenotazione per i malati cronici non ci deve essere: per un malato cronico deve avere già tutto programmato (attraverso i Pai, ossia piani assistenziali individuali), sia a livello territoriale che ospedaliero. La nostra regione prenderà in considerazione nuovi modelli organizzativi di presa in carico con strutture di cronicità.
Quali le sfide che attendono la sanità?
La sfida è sulle nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale. Serve però un’etica degli algoritmi. La sfida è, quindi, un uso adeguato e etico di tutto ciò che l’intelligenza artificiale mette a disposizione. E poi servono formazione e informazioni adeguate. L’altra sfida da vincere è, come detto, quella organizzativa. Occorre una collaborazione a 360 gradi di tutti i professionisti, si lavora in team multi professionali e multidisciplinari. “One Health”, ossia la salute è una. Servono, perciò, più professionisti che lavorano insieme, che devono avere in comune lo stesso obiettivo: quello di curare bene le persone!