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2 Agosto 2024

Reificazione delle diagnosi, diagnosi descrittive o spiegazione causale? Come viene descritta la depressione nei siti web di autorevoli organizzazioni nel settore della salute mentale

Pino Pini, Psichiatra NHS North London Mental Health Trust già psichiatra ASL di Firenze e Prato

Nella nostra epoca ipertecnologica si va sempre più in fretta e le macchine sono sempre più determinanti sulla nostra visione del mondo e sulle nostre scelte di vita. Forse proprio per la grande diffusione delle nuove tecnologie si è portati a pensare che anche per la sofferenza mentale in generale sia possibile individuare con certezza la cause anche a livello biologico.

La produzione di molteplici rimedi che incidano a livello individuale, sia a livello fisico che psicologico, è aumentata a dismisura in concomitanza con la categorie diagnostiche. Queste ultime sono salite da circa 100 nel secondo dopoguerra alle oltre trecento di adesso e nella maggior parte dei casi si tratta di diagnosi descrittive e non causali come avviene invece per lo più in altre branche della medicina. Va inoltre sottolineato come la corrispondenza fra i dati biologici e le categorie psichiatriche attuali (DSM e ICD) sia molto scarsa, ma questo lo sanno solo gli addetti ai lavori, mentre la gran parte della società crede, o è portata a credere, che le diagnosi in psichiatria siano sostenute da cause individuali specifiche ben accertate scientificamente.

Stupefacenti indagini strumentali al giorno d’oggi consentono di visualizzare  in vivo, e persino a livello molecolare, forma e funzionamento del nostro corpo suggerendo ipotesi sempre più interessanti. E‘ chiaro che la nostra parte biologica è in continuo movimento e reagisce contestualmente ai più diversi stimoli endogeni e esogeni (fisici, psicologici, ambientali etc.). Constatiamo come certe sostanze naturali e sintetiche alterino in vario modo sia il corpo che la mente e che in certi casi tali alterazioni possano essere utili, ma al momento non sappiamo molto più. Il microcosmo delle sostanze di cui siamo fatti  è altrettanto incommensurabile del macrocosmo che ci circonda, paradossalmente più sappiamo meno sappiamo in quanto il limite delle nostre conoscenze si fa ancora più distante. Ci dobbiamo accontentare allora di descrizioni contingenti che hanno pure una loro utilità, ma dovremmo evitare di credere e far credere che tali descrizioni abbiamo valore etiologico o addirittura assoluto.

Di seguito, in corsivo, la traduzione dell’abstract di un recente  articolo di alcuni operatori psichiatrici finlandesi dell’Università di Turku che hanno analizzato il modo con cui siti web molto accreditati e popolari fanno informazione sulla depressione. Ritengo trattarsi di un contributo utile per riflettere su un settore complesso come quello della salute mentale  che necessita di visioni allargate con il contributo di diversi saperi e che non può essere ridotto a visioni semplicemente casualistiche.

Abstract

Le diagnosi psichiatriche sono per loro natura descrittive ma il pubblico ordinario di solito le interpreta come spiegazioni causali. Non si sa se si tratti di un errore logico o di una qualche forma di ragionamento circolare  che alcune volte  può essere rinforzato per sbaglio dalle stesse autorità sanitarie. In questo studio viene fatta luce sulla prevalenza di descrizioni causali fuorvianti relative alla depressione presenti in certa informazione prodotta da autorevoli organizzazioni di salute mentale attraverso siti internet ampiamente visitati.

Metodi: analisi di siti web molto popolari gestiti da importanti organizzazioni di salute mentale e analisi dei contenuti per valutare se la depressione venga presentata accuratamente come descrizione di sintomi oppure, inaccuratamente, come spiegazione di cause.  

Risultati:  la maggioranza dei siti web fa uso di un linguaggio  che inaccuratamente  descrive la depressione  attraverso spiegazioni causali dei sintomi depressivi.

Conclusioni: autorevoli organizzazioni professionali mediche e psichiatriche con funzioni  prevalentemente informative spesso confondono nei loro siti web la depressione, un quadro diagnostico descrittivo, mediante spiegazioni causali. Noi riteniamo che un linguaggio causale scientificamente inaccurato, quando si fa informazione sulle diagnosi psichiatriche, sia potenzialmente dannoso perché induce il pubblico a equivocare la natura dei problemi della salute mentale. Le autorità che sovrintendono alla salute mentale e che hanno compiti di divulgazione dovrebbero chiaramente dichiarare che le diagnosi psichiatriche sono puramente descrittive onde evitare di fuorviare il pubblico.

Di seguito il link all’articolo con i siti web  delle venti organizzazioni (governative, non governative, professionali e NGO)  dei vari paesi i cui siti web hanno costituito parte dello studio

https://karger.com/psp/article-abstract/doi/10.1159/000538458/909052/A-Descriptive-Diagnosis-or-a-Causal-Explanation?redirectedFrom=fulltext

Subject Area:Psychiatry and Psychology

Jani Kajanoja; Jussi Valtonen

Psychopathology 1–10.

https://doi.org/10.1159/000538458

Article history

PubMed: 38865990    JUNE 12 2024

pn.pini@gmail.com

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Reificazione delle diagnosi, diagnosi descrittive o spiegazione causale? Come viene descritta la depressione nei siti web di autorevoli organizzazioni nel settore della salute mentale

Pino Pini

2 Agosto 2024

Pino Pini, Psichiatra NHS North London Mental Health Trust già psichiatra ASL di Firenze e Prato

Nella nostra epoca ipertecnologica si va sempre più in fretta e le macchine sono sempre più determinanti sulla nostra visione del mondo e sulle nostre scelte di vita. Forse proprio per la grande diffusione delle nuove tecnologie si è portati a pensare che anche per la sofferenza mentale in generale sia possibile individuare con certezza la cause anche a livello biologico.

La produzione di molteplici rimedi che incidano a livello individuale, sia a livello fisico che psicologico, è aumentata a dismisura in concomitanza con la categorie diagnostiche. Queste ultime sono salite da circa 100 nel secondo dopoguerra alle oltre trecento di adesso e nella maggior parte dei casi si tratta di diagnosi descrittive e non causali come avviene invece per lo più in altre branche della medicina. Va inoltre sottolineato come la corrispondenza fra i dati biologici e le categorie psichiatriche attuali (DSM e ICD) sia molto scarsa, ma questo lo sanno solo gli addetti ai lavori, mentre la gran parte della società crede, o è portata a credere, che le diagnosi in psichiatria siano sostenute da cause individuali specifiche ben accertate scientificamente.

Stupefacenti indagini strumentali al giorno d'oggi consentono di visualizzare  in vivo, e persino a livello molecolare, forma e funzionamento del nostro corpo suggerendo ipotesi sempre più interessanti. E‘ chiaro che la nostra parte biologica è in continuo movimento e reagisce contestualmente ai più diversi stimoli endogeni e esogeni (fisici, psicologici, ambientali etc.). Constatiamo come certe sostanze naturali e sintetiche alterino in vario modo sia il corpo che la mente e che in certi casi tali alterazioni possano essere utili, ma al momento non sappiamo molto più. Il microcosmo delle sostanze di cui siamo fatti  è altrettanto incommensurabile del macrocosmo che ci circonda, paradossalmente più sappiamo meno sappiamo in quanto il limite delle nostre conoscenze si fa ancora più distante. Ci dobbiamo accontentare allora di descrizioni contingenti che hanno pure una loro utilità, ma dovremmo evitare di credere e far credere che tali descrizioni abbiamo valore etiologico o addirittura assoluto.

Di seguito, in corsivo, la traduzione dell’abstract di un recente  articolo di alcuni operatori psichiatrici finlandesi dell’Università di Turku che hanno analizzato il modo con cui siti web molto accreditati e popolari fanno informazione sulla depressione. Ritengo trattarsi di un contributo utile per riflettere su un settore complesso come quello della salute mentale  che necessita di visioni allargate con il contributo di diversi saperi e che non può essere ridotto a visioni semplicemente casualistiche.

Abstract

Le diagnosi psichiatriche sono per loro natura descrittive ma il pubblico ordinario di solito le interpreta come spiegazioni causali. Non si sa se si tratti di un errore logico o di una qualche forma di ragionamento circolare  che alcune volte  può essere rinforzato per sbaglio dalle stesse autorità sanitarie. In questo studio viene fatta luce sulla prevalenza di descrizioni causali fuorvianti relative alla depressione presenti in certa informazione prodotta da autorevoli organizzazioni di salute mentale attraverso siti internet ampiamente visitati.

Metodi: analisi di siti web molto popolari gestiti da importanti organizzazioni di salute mentale e analisi dei contenuti per valutare se la depressione venga presentata accuratamente come descrizione di sintomi oppure, inaccuratamente, come spiegazione di cause.  

Risultati:  la maggioranza dei siti web fa uso di un linguaggio  che inaccuratamente  descrive la depressione  attraverso spiegazioni causali dei sintomi depressivi.

Conclusioni: autorevoli organizzazioni professionali mediche e psichiatriche con funzioni  prevalentemente informative spesso confondono nei loro siti web la depressione, un quadro diagnostico descrittivo, mediante spiegazioni causali. Noi riteniamo che un linguaggio causale scientificamente inaccurato, quando si fa informazione sulle diagnosi psichiatriche, sia potenzialmente dannoso perché induce il pubblico a equivocare la natura dei problemi della salute mentale. Le autorità che sovrintendono alla salute mentale e che hanno compiti di divulgazione dovrebbero chiaramente dichiarare che le diagnosi psichiatriche sono puramente descrittive onde evitare di fuorviare il pubblico.

Di seguito il link all’articolo con i siti web  delle venti organizzazioni (governative, non governative, professionali e NGO)  dei vari paesi i cui siti web hanno costituito parte dello studio

https://karger.com/psp/article-abstract/doi/10.1159/000538458/909052/A-Descriptive-Diagnosis-or-a-Causal-Explanation?redirectedFrom=fulltext

Subject Area:Psychiatry and Psychology

Jani Kajanoja; Jussi Valtonen

Psychopathology 1–10.

https://doi.org/10.1159/000538458

Article history

PubMed: 38865990    JUNE 12 2024

pn.pini@gmail.com

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