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14 Marzo 2025

La riforma dell’accesso: dal numero programmato al disastro annunciato

Mauro Ucci, Consigliere dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Firenze

Una follia corre per le aule del Parlamento, si tende a cercare di risolvere una supposta carenza in un vero alluvione di laureati. Non mancano i medici e non mancheranno, al contrario la pletora medica fra sei/otto anni provocherà disastri nell’assistenza e nella professione.

Ad oggi sono più di 400.000 medici iscritti, con un rapporto fra popolazione e medici più alto in Europa.

Quello che manca è la visione politica e la mancata valorizzazione delle professionalità esistenti.

Non si risolve la crisi della medicina generale con la dipendenza, che sarebbe il colpo di grazia all’assistenza territoriale. (che si basa su un rapporto individuale fiduciario)

La medicina del territorio è stata da sempre esclusa dagli ingenti investimenti e personale, dirottati esclusivamente sulla medicina ospedaliera. Ora ne paghiamo le conseguenze, ospedali in affanno e medicina del territorio sommersa da incombenze che poco hanno a vedere con la professione.

Un assalto (a torto o ragione) da parte dei cittadini sempre più disorientati da CUP gestiti non da intelligenza artificiale ma da miopia aziendale. Un sistema che è diventato impermeabile alle esigenze del territorio con risposte sempre meno puntuali e dilazionate nel tempo.

Ricordiamo che la crisi del pronto soccorso è dovuto in buona parte di ticket sulle prestazioni e dai tempi di accesso delle stesse.

Si millanta di risolvere i problemi dell’accesso alla facoltà, con un sistema alla francese (già ampiamente contestato in patria) costringendo le famiglie a costi ingenti (libri e frequenze ) per poi arrivare dopo sei mesi a dire scusate abbiamo sbagliato, ora potrete accedere ad altri studi (delegittimandoli perché recepiti come di serie B) ingiustamente per le professioni e per gli studenti.

Già oggi gli italiani fanno un liceo di 5 anni arrivando all’università con un anno di ritardo, in più, si propone questa forma ulteriore di penalizzazione.

E le università private brindano, per loro non vale ad oggi la riforma, infatti hanno già cominciato le selezioni per l’accesso ed è tutto un fiorire di offerte di istituti prestigiosi e forse no.

Proposte di università estere, promessa di trasferimento successivamente in Italia ecc..ecc..

Quindi un numero incontrollato ed incontrollabile di nuovi professionisti. (per inciso la Sapienza è il riferimento per gli studi di Medicina e chirurgia in Albania)

Quindi corsa al titolo che permetterà sicuramente di giustificare la frase del dott Knock “se non si possono aumentare i malati si aumentino le malattie”

uccifam@tin.it

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La riforma dell’accesso: dal numero programmato al disastro annunciato

Mauro Ucci

14 Marzo 2025

Mauro Ucci, Consigliere dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Firenze

Una follia corre per le aule del Parlamento, si tende a cercare di risolvere una supposta carenza in un vero alluvione di laureati. Non mancano i medici e non mancheranno, al contrario la pletora medica fra sei/otto anni provocherà disastri nell’assistenza e nella professione.

Ad oggi sono più di 400.000 medici iscritti, con un rapporto fra popolazione e medici più alto in Europa.

Quello che manca è la visione politica e la mancata valorizzazione delle professionalità esistenti.

Non si risolve la crisi della medicina generale con la dipendenza, che sarebbe il colpo di grazia all’assistenza territoriale. (che si basa su un rapporto individuale fiduciario)

La medicina del territorio è stata da sempre esclusa dagli ingenti investimenti e personale, dirottati esclusivamente sulla medicina ospedaliera. Ora ne paghiamo le conseguenze, ospedali in affanno e medicina del territorio sommersa da incombenze che poco hanno a vedere con la professione.

Un assalto (a torto o ragione) da parte dei cittadini sempre più disorientati da CUP gestiti non da intelligenza artificiale ma da miopia aziendale. Un sistema che è diventato impermeabile alle esigenze del territorio con risposte sempre meno puntuali e dilazionate nel tempo.

Ricordiamo che la crisi del pronto soccorso è dovuto in buona parte di ticket sulle prestazioni e dai tempi di accesso delle stesse.

Si millanta di risolvere i problemi dell’accesso alla facoltà, con un sistema alla francese (già ampiamente contestato in patria) costringendo le famiglie a costi ingenti (libri e frequenze ) per poi arrivare dopo sei mesi a dire scusate abbiamo sbagliato, ora potrete accedere ad altri studi (delegittimandoli perché recepiti come di serie B) ingiustamente per le professioni e per gli studenti.

Già oggi gli italiani fanno un liceo di 5 anni arrivando all’università con un anno di ritardo, in più, si propone questa forma ulteriore di penalizzazione.

E le università private brindano, per loro non vale ad oggi la riforma, infatti hanno già cominciato le selezioni per l’accesso ed è tutto un fiorire di offerte di istituti prestigiosi e forse no.

Proposte di università estere, promessa di trasferimento successivamente in Italia ecc..ecc..

Quindi un numero incontrollato ed incontrollabile di nuovi professionisti. (per inciso la Sapienza è il riferimento per gli studi di Medicina e chirurgia in Albania)

Quindi corsa al titolo che permetterà sicuramente di giustificare la frase del dott Knock “se non si possono aumentare i malati si aumentino le malattie”

uccifam@tin.it

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Mauro Ucci

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Toscana Medica Mensile di informazione e dibattito per i Medici toscani a cura dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Firenze

Publisher: Galli Torrini Srl, Via Pisana, 78 – 50143 Firenze, Italy
E-mail: info@gallitorrini.com
Website: www.gallitorrini.com

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