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24 Giugno 2025

Salute, l’allarme degli odontoiatri di Firenze: “Solo il 5-7% delle cure garantito dal pubblico, si rischia di allargare disuguaglianze”

Firenze, 24 giugno 2025 – “Solo il 5-7% delle prestazioni odontoiatriche è oggi garantito dal Servizio Sanitario Nazionale. Un dato che, incrociato con strategie commerciali sempre più aggressive e con un utilizzo delle tecnologie che va governato, rischia di allargare la frattura tra chi può permettersi cure private e chi no. Troppo spesso si assiste a aperture di strutture che attirano pazienti con marketing suggestivo per poi lasciarli senza denti e senza i soldi finiti alle finanziarie”.

A lanciare l’allarme è Valerio Fancelli, presidente della Commissione Albo Odontoiatri dell’Ordine dei Medici della provincia di Firenze, che propone l’apertura di un tavolo nazionale di confronto tra Ordini, università, istituzioni e associazioni professionali.

“L’odontoiatria è un presidio fondamentale per la salute dei cittadini data anche la correlazione tra le patologie orali e alcune patologie sistemiche – spiega Fancelli –, ma la professione è chiamata oggi a una riflessione profonda: sulle condizioni di accesso dei giovani, sul ruolo del pubblico, sull’impatto delle nuove tecnologie e sulla sostenibilità del modello attuale. Molti neolaureati scelgono di lavorare come collaboratori in strutture organizzate o società di capitale, rinunciando all’apertura di uno studio autonomo con il rischio che il modello capillare di servizio alla cittadinanza venga meno. Le opportunità nel sistema pubblico sono poche e questo, nel tempo, rischia di accentuare le disuguaglianze. Per questo motivo – aggiunge – sarebbe auspicabile che le Istituzioni Regionali e Nazionali rivedessero ad esempio i criteri di accreditamento di strutture private al fine di consentire, pur mantenendo una rigidità sul controllo qualità, un vero partenariato pubblico-privato che assolva la necessità di cure su alcune fasce di popolazione e/o su alcuni progetti di salute. Il comparto privato della odontoiatria è disponibile con ampio senso di responsabilità, ma occorre un passaggio di revisione normativa urgente o una deroga attuativa.”.

Un ulteriore richiamo riguarda l’evoluzione del mercato e delle modalità comunicative. “Le tecnologie sono uno strumento prezioso, ma non possono sostituire il ragionamento clinico né diventare il fulcro di campagne pubblicitarie aggressive – conclude Fancelli –. Al centro devono restare la formazione, l’etica e il rapporto medico-paziente”.

Una posizione condivisa da Alexander Peirano, presidente di ANDI Firenze: “La nostra è una professione medica a tutti gli effetti e come tale va tutelata. Non possiamo accettare che logiche esclusivamente commerciali prevalgano sull’approccio clinico. È il momento di avviare un confronto serio e costruttivo sul futuro della professione, senza rinunciare ai valori fondanti della medicina”.

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Salute, l’allarme degli odontoiatri di Firenze: “Solo il 5-7% delle cure garantito dal pubblico, si rischia di allargare disuguaglianze”

24 Giugno 2025

Firenze, 24 giugno 2025 – “Solo il 5-7% delle prestazioni odontoiatriche è oggi garantito dal Servizio Sanitario Nazionale. Un dato che, incrociato con strategie commerciali sempre più aggressive e con un utilizzo delle tecnologie che va governato, rischia di allargare la frattura tra chi può permettersi cure private e chi no. Troppo spesso si assiste a aperture di strutture che attirano pazienti con marketing suggestivo per poi lasciarli senza denti e senza i soldi finiti alle finanziarie”.

A lanciare l’allarme è Valerio Fancelli, presidente della Commissione Albo Odontoiatri dell’Ordine dei Medici della provincia di Firenze, che propone l’apertura di un tavolo nazionale di confronto tra Ordini, università, istituzioni e associazioni professionali.

“L’odontoiatria è un presidio fondamentale per la salute dei cittadini data anche la correlazione tra le patologie orali e alcune patologie sistemiche – spiega Fancelli –, ma la professione è chiamata oggi a una riflessione profonda: sulle condizioni di accesso dei giovani, sul ruolo del pubblico, sull’impatto delle nuove tecnologie e sulla sostenibilità del modello attuale. Molti neolaureati scelgono di lavorare come collaboratori in strutture organizzate o società di capitale, rinunciando all’apertura di uno studio autonomo con il rischio che il modello capillare di servizio alla cittadinanza venga meno. Le opportunità nel sistema pubblico sono poche e questo, nel tempo, rischia di accentuare le disuguaglianze. Per questo motivo - aggiunge - sarebbe auspicabile che le Istituzioni Regionali e Nazionali rivedessero ad esempio i criteri di accreditamento di strutture private al fine di consentire, pur mantenendo una rigidità sul controllo qualità, un vero partenariato pubblico-privato che assolva la necessità di cure su alcune fasce di popolazione e/o su alcuni progetti di salute. Il comparto privato della odontoiatria è disponibile con ampio senso di responsabilità, ma occorre un passaggio di revisione normativa urgente o una deroga attuativa.”.

Un ulteriore richiamo riguarda l’evoluzione del mercato e delle modalità comunicative. “Le tecnologie sono uno strumento prezioso, ma non possono sostituire il ragionamento clinico né diventare il fulcro di campagne pubblicitarie aggressive – conclude Fancelli –. Al centro devono restare la formazione, l’etica e il rapporto medico-paziente”.

Una posizione condivisa da Alexander Peirano, presidente di ANDI Firenze: “La nostra è una professione medica a tutti gli effetti e come tale va tutelata. Non possiamo accettare che logiche esclusivamente commerciali prevalgano sull’approccio clinico. È il momento di avviare un confronto serio e costruttivo sul futuro della professione, senza rinunciare ai valori fondanti della medicina”.

Di Redazione Toscana Medica

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