L’indagine della Commissione sanità in Consiglio regionale impone nuove contromisure. Nella nostra Regione oltre il 30% dei giovani ne soffre. E intanto in Uk il governo ha varato una normativa per ridurre le calorie su scaffali e carrelli.
In Toscana 4 adulti su 10 risultano in sovrappeso, il 10% è obeso e il 30% dei giovani soffre di problematiche correlate. L’ultima indagine conoscitiva della Commissione sanità del Consiglio regionale parla chiaro: serve adottare nuove contromisure.
In questo senso, un esempio arriva oggi dal Regno Unito, dal momento che il governo ha recentemente deciso di ridurre l’obesità partendo da dove tutto comincia: il carrello della spesa. In Uk l’emergenza viene dunque affrontata con un piano ambizioso e vincolante: i supermercati dovranno tagliare fino a 100 calorie in media per ogni carrello della spesa. Layout dei negozi, promozioni, riformulazione dei prodotti e strategie di vendita saranno orientati a spingere i consumatori verso scelte più salutari. Chi non rispetterà i target pagherà multe salate, grazie a un sistema di monitoraggio trasparente che lega le vendite ai contenuti nutrizionali. Un modello potenzialmente esportabile altrove: in Toscana, secondo le ricerche più recenti, oltre il 30% dei giovani risulta in sovrappeso.
Nel Regno Unito, l’obesità è raddoppiata dagli anni Novanta e costa al sistema sanitario NHS oltre 11 miliardi di sterline l’anno, più di tre volte il budget destinato ai servizi di emergenza. Secondo il ministro della Salute Wes Streeting, basterebbe un taglio medio di 50-200 calorie al giorno per eliminare l’obesità in milioni di adulti e centinaia di migliaia di bambini.
L’iniziativa, accolta con favore da catene come Tesco e Sainsbury’s e da organizzazioni come la Food Foundation, rappresenta un segnale forte: le scelte alimentari non devono gravare solo sulla responsabilità individuale, ma vanno supportate da regole chiare e incentivi giusti.
L’esperienza britannica dimostra che invertire la rotta è possibile se tutta la filiera alimentare viene coinvolta: supermercati, produttori, istituzioni e consumatori. Un modello virtuoso che potrebbe fornire ispirazione, puntando su layout più salutari nei punti vendita, promozioni dedicate a frutta e verdura, ricette più equilibrate nei prodotti pronti e meccanismi di monitoraggio trasparenti.
Ridurre calorie superflue nei carrelli significa prevenire malattie croniche, tagliare i costi sanitari e garantire maggiore equità, soprattutto per le famiglie con minori possibilità economiche. Per vincere la battaglia contro obesità e sovrappeso servono regole, incentivi e collaborazione. Proprio come nel Regno Unito.