Francesca Mori, Responsabile SOSD Allergologia, Meyer Children’s Hospital IRCCS
L’anafilassi è una reazione allergica grave e potenzialmente letale che colpisce da 1,5 a 7,9 persone ogni 100.000 all’anno in Europa. I casi fatali da allergie alimentari sono rarissimi, tra 0,03 e 0,3 per milione di persone ogni anno. Nel 2021, il Resuscitation Council britannico ha ribadito quanto sia fondamentale riconoscere subito i sintomi di un’anafilassi per intervenire rapidamente ed evitare conseguenze gravi.
Il trattamento tradizionale
La prima linea di cura resta l’adrenalina somministrata per via intramuscolare. Quando usata tempestivamente e nel modo corretto, riduce il rischio di morte, di anafilassi bifasica e di ospedalizzazione. Tuttavia, circa un terzo dei pazienti, soprattutto bambini, non si sente sicuro nell’usarla, spesso per paura dell’ago. Questa difficoltà ha spinto la ricerca a esplorare altre modalità di somministrazione, tra cui quella sublinguale e, più recentemente, quella intranasale.
Lo spray nasale: una nuova alternativa
L’adrenalina spray nasale ha ottenuto l’approvazione della Food and Drug Administration americana: nel 2024 per il dosaggio da 2 mg e nel marzo 2025 anche per quello da 1 mg. La nuova formulazione è destinata alla gestione in emergenza delle reazioni allergiche di tipo I, come l’anafilassi, e sarà presto disponibile anche in Italia. Può essere usata negli adulti e nei bambini sopra i 4 anni e con un peso minimo di 15 kg. La somministrazione avviene semplicemente con uno spruzzo, che può essere ripetuto dopo cinque minuti se i sintomi non migliorano, ma più di due dosi vanno sempre valutate da un medico. Questo apre, anche in Toscana, ad una nuova chance per intervenire più rapidamente.
Come funziona
Lo spray agisce sugli stessi recettori dell’adrenalina intramuscolare. Gli effetti “alpha” aiutano a contenere la caduta della pressione e la perdita di liquidi, mentre quelli “beta” rilassano i bronchi, riducono il respiro affannoso e possono alleviare prurito, orticaria, gonfiori e alcuni disturbi gastrointestinali. In pratica, protegge cuore, polmoni e pelle nel momento più critico.
Efficacia e sicurezza
Gli studi clinici finora disponibili confermano che l’adrenalina spray nasale è efficace quanto l’iniezione intramuscolare. Viene assorbita rapidamente, con concentrazioni nel sangue simili o superiori nei primi 60 minuti rispetto agli autoiniettori tradizionali. Anche gli effetti su pressione e battito cardiaco sono comparabili, a dimostrazione di un’ottima capacità di contrastare i meccanismi alla base dello shock anafilattico. Gli effetti collaterali locali, come congestione o irritazione nasale, sono generalmente lievi e transitori. Eventuali reazioni sistemiche, come palpitazioni o tremori, sono simili a quelle già riportate con l’utilizzo dell’adrenalina intramuscolare. Nei trial clinici non sono stati registrati eventi avversi gravi.
Pur essendo sicuro, l’uso dello spray richiede prudenza in persone con problemi cardiaci, ipertensione, ipertiroidismo, diabete o malattie neurologiche. Tuttavia, nessuna di queste condizioni ne impedisce l’uso in situazioni a rischio di vita.
Vantaggi pratici
Rispetto agli autoiniettori, lo spray nasale non ha aghi, è più semplice da usare e riduce il rischio di errori. L’adrenalina erogata non dipende dalla lunghezza dell’ago o dalla forza di chi la somministra, fattori che possono influenzare l’efficacia degli autoiniettori, soprattutto nei bambini più piccoli. Lo spray è poco ingombrante, può essere conservato fino a 50°C e ha una validità di 30 mesi, superiore agli autoiniettori tradizionali. Tutto questo rende più facile intervenire rapidamente, soprattutto in contesti pediatrici o per chi ha paura degli aghi.
Le prospettive future
Nonostante il potenziale dello spray nasale, le linee guida continuano a raccomandare l’adrenalina intramuscolare come terapia di prima scelta, per l’esperienza consolidata e i dati reali disponibili. Nei prossimi anni, però, ci aspettiamo nuovi dati “real-world” sull’uso dello spray nella vita quotidiana o in pronto soccorso, che potrebbero consolidare la sua efficacia. Per ora, i dati derivano da studi clinici e farmacologici che mostrano un profilo di sicurezza e un’efficacia paragonabile agli autoiniettori per via intramuscolare, con il vantaggio aggiuntivo di una somministrazione più semplice e rapida.
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