Intervista alla dottoressa Francesca Mugnai, psicologa clinica, esperta di Interventi assistiti con gli animali (IAA), cosiddetta pet therapy, docente e formatore di operatori di IAA, specialista in psiconatura.
Quali sono i principali fattori di rischio nella convivenza tra bambini e animali domestici e non, e in quali contesti possono verificarsi situazioni di pericolo?
La convivenza tra bambini e animali offre straordinari benefici affettivi, relazionali e psicologici: stimola empatia, autonomia, rispetto dell’altro e crescita emotiva. Tuttavia, comporta anche rischi da non sottovalutare, dovuti spesso a una scarsa conoscenza del comportamento animale, a una supervisione insufficiente e a un’errata gestione delle interazioni, soprattutto nei primi anni di vita del bambino. I pericoli possono presentarsi anche in contesti apparentemente sicuri, come la casa: un bambino, per curiosità o abitudine, può avere comportamenti percepiti dall’animale come minacciosi, ad esempio urla, movimenti bruschi o abbracci stretti. Anche animali abituati ai bambini possono reagire in modo imprevedibile in situazioni di stress o paura. Altri rischi emergono quando i bimbi incontrano animali sconosciuti: un’eccessiva sicurezza può portare a comportamenti inappropriati senza barriere fisiche o relazionali. L’impeto di alcuni genitori di avvicinare troppo i figli agli animali può ridurre la distanza di osservazione e rispetto. Scegliere un animale domestico deve essere una decisione condivisa da tutta la famiglia, considerando responsabilità, tempi, spazi e impegni.
Come le famiglie possono sviluppare una cultura della convivenza responsabile?
Prima di tutto riconoscendo l’animale come essere senziente, con bisogni, emozioni e un linguaggio comunicativo proprio. Una corretta informazione è fondamentale: ogni specie (e individuo) ha un linguaggio corporeo, limiti di tolleranza e necessità etologiche. L’educazione dei bambini dovrebbe basarsi su rispetto, osservazione e ascolto. È importante che imparino a riconoscere segnali di disagio (ad esempio ringhio, irrigidimento, coda bassa) e capiscano che anche gli animali hanno bisogno di spazi e tranquillità. Coinvolgerli nella cura quotidiana, sotto supervisione, consolida il legame in modo sicuro. Un corso di educazione alla relazione con l’animale può diventare un’occasione educativa per tutta la famiglia.
Quali misure preventive si possono adottare?
Supervisione costante, educazione e rispetto dell’etologia dell’animale sono fondamentali. Nessun bambino dovrebbe interagire con un animale senza la presenza di un adulto. Anche gli animali più docili possono reagire in modo inaspettato se stressati. È bene insegnare regole semplici ma efficaci: non disturbare l’animale mentre dorme o mangia, non tirare coda o orecchie, non avvicinare il viso alla sua bocca, non entrare nella sua cuccia. Ogni animale ha un carattere e temperamento da rispettare; alcune razze sono più propense a comportamenti aggressivi, quindi serve valutarne attentamente le caratteristiche prima dell’adozione. La socializzazione con altri animali e persone riduce i fraintendimenti. È necessario garantire ambienti adeguati, spazi sufficienti, tempo e risorse per la gestione. Un animale non è un peluche: va nutrito, curato, coccolato, portato fuori, lavato, rispettato. Prima di accoglierlo in famiglia, è utile confrontarsi su costi, impegni e responsabilità. La consulenza di un veterinario aiuta nella scelta più adatta al contesto familiare. Un animale sano, equilibrato e rispettato nei suoi bisogni sarà meno incline a comportamenti difensivi o aggressivi. Purtroppo, gli “abbandoni sociali” nei canili sono ancora numerosi: un danno per l’animale, un costo per la collettività e un segnale di gestione relazionale inadeguata.
Che ruolo hanno medici, veterinari ed educatori?
Essenziale. La costruzione di una convivenza sicura e sana richiede la collaborazione di diverse figure professionali. Pediatri e medici possono sensibilizzare sui benefici psicoeducativi della relazione bambino-animale, ma anche sui rischi igienico-sanitari, promuovendo buone pratiche di prevenzione come vaccinazioni e igiene delle mani. È importante non attribuire all’animale un ruolo “salvifico”: non è un terapeuta o un infermiere h24, ma un compagno di vita con bisogni propri. I veterinari, specialmente quelli esperti in comportamento animale, accompagnano le famiglie nella scelta, gestione e osservazione di segnali di stress o problematiche comportamentali. Educatori, psicologi e operatori di interventi assistiti possono aiutare bambini e genitori a costruire una relazione empatica, consapevole e rispettosa. La convivenza tra bambini e animali è un’opportunità educativa preziosa che richiede consapevolezza, rispetto, supervisione e un adeguato supporto professionale.