Istituiti nel 1975, i consultori pubblici restano essenziali ma oggi in Italia sono meno di 2.000, in Toscana attivi 152.
I Consultori familiari hanno appena compiuto cinquant’anni. Nati con la legge n. 405 del 29 luglio 1975, rappresentarono allora un passo rivoluzionario per la sanità pubblica italiana: uno spazio gratuito, multidisciplinare e territoriale dedicato alla salute della donna, della coppia, della maternità, dell’infanzia e dell’adolescenza. Una medicina della relazione e della prevenzione, pensata per agire prima della malattia e al fianco delle persone nei passaggi più delicati dell’esistenza.
A distanza di mezzo secolo, però, la rete dei consultori pubblici appare in affanno, sia per quantità che per capacità di risposta. Secondo i dati del Ministero della Salute, aggiornati al 2022, in Italia sono attivi 1.857 consultori pubblici. Il parametro fissato dalla legge istitutiva — uno ogni 20.000 abitanti — non è mai stato pienamente rispettato, ma oggi siamo scesi a uno ogni circa 32.000 abitanti. Un dato che riflette una progressiva contrazione del servizio sul territorio e una difficoltà strutturale nel garantire prestazioni omogenee da regione a regione.
In Toscana – guardando ai dati regionali aggiornati al biennio 2023-2024 – sono attivi 152 consultori familiari pubblici, corrispondenti a una struttura ogni 24.000 abitanti – una distribuzione migliore della media nazionale, che vede invece un consultorio ogni 32.000 abitanti Di questi 152 consultori, 42 sono “principali”, dove operano tutte le figure professionali di base (ostetrica, ginecologo, psicologo e assistente sociale), 73 sono “secondari”, dotati di solo due figure professionali, e 37 sono “proiezioni”, ovvero sedi distaccate con una sola figura attiva. L’Azienda USL Toscana nord ovest da sola – che copre le province di Massa‑Carrara, Lucca, Pisa, Livorno e Viareggio – conta 43 consultori, che nel 2022 hanno servito oltre 70.000 utenti unici ed erogato più di 175.000 prestazioni.
Inoltre, sempre secondo i dati regionali, in Toscana sono state erogate più di 580.000 prestazioni e oltre 233.000 persone hanno fatto ricorso ai consultori in quell’anno, con una diffusione capillare sul territorio e un’offerta rivolta non solo alle donne, ma anche ai giovani e alle famiglie.