Intervista al professor Sergio Serni, urologo responsabile del Programma di Trapianto renale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Careggi a Firenze
L’Italia, un tempo nota per il suo basso livello di tassi di donazione di organi, ora ne ha uno dei più alti al mondo. Nel 2023 si è classificata al 6° posto tra le decine di Paesi per i quali il Registro internazionale della donazione e del trapianto di organi raccoglie dati. La Toscana nel 2024 ha raccolto tra i proprio cittadini circa 227mila dichiarazioni di volontà alla donazione degli organi, 69,7% sì, 30,3% no, 44,6% astenuti, al quinto posto in Italia per percentuale di consensi. Si può dire, più in generale, che siamo una regione di donatori?
Direi proprio di sì. Come ha ben evidenziato, negli ultimi anni l’Italia ha compiuto progressi straordinari nel campo della donazione di organi, trasformandosi da Paese tradizionalmente in ritardo a una delle realtà più virtuose a livello internazionale. Secondo i dati del “Global Observatory on Donation and Transplantation”, nel 2023 il nostro Paese si è collocato al sesto posto al mondo per numero di donatori, e tra i primi in Europa, in particolare per quanto riguarda la donazione dopo morte encefalica. Si tratta di un traguardo significativo, che riflette una crescente consapevolezza civica e un’organizzazione sanitaria sempre più efficiente e coordinata. In questo scenario, la Toscana si distingue come una delle regioni italiane più sensibili e attive sul fronte della donazione. Nel 2024 ha raggiunto il quinto posto a livello nazionale per percentuale di consensi, confermando un’elevata adesione alla cultura della solidarietà. Questo risultato è il frutto di un impegno costante da parte delle istituzioni, ma anche della maturità civica di una popolazione che riconosce l’importanza del dono come gesto di responsabilità collettiva. Possiamo, dunque, affermare, senza esitazioni, che la Toscana rappresenta un esempio virtuoso di come la partecipazione attiva dei cittadini possa concretamente contribuire a salvare vite umane. Tuttavia, a fronte degli ottimi risultati nella donazione da donatore deceduto, resta stabile, e relativamente basso, il numero di donazioni di rene da vivente. Questo dato riflette una minore sensibilizzazione sul tema e una carenza di informazione capillare nella popolazione. In questo ambito, è necessario fare di più: le istituzioni, e noi medici in prima linea, dobbiamo investire con maggiore convinzione in programmi di promozione e informazione, sia a livello nazionale che regionale. La donazione da vivente, infatti, rappresenta spesso la migliore opzione terapeutica per i pazienti affetti da insufficienza renale terminale, garantendo risultati clinici eccellenti e una qualità della vita nettamente superiore.
Quali tessuti e organi è possibile donare, quando si è ancora in vita e dopo il decesso?
La donazione può avvenire sia in vita che dopo il decesso, a seconda della compatibilità e della condizione clinica del donatore. Quando si è in vita, è possibile donare organi come un rene o una parte del fegato, e anche cellule staminali emopoietiche attraverso il prelievo di midollo osseo. Si tratta di atti che non compromettono la salute del donatore e che possono fare la differenza per chi è in attesa di trapianto.
Dopo la morte, invece, il ventaglio di possibilità si amplia. Si possono donare cuore, polmoni, fegato, reni, pancreas, intestino, oltre a tessuti come cornee, pelle, ossa, tendini, valvole cardiache e vasi sanguigni. Alcuni di questi, come le cornee, possono ridare la vista, mentre altri sono fondamentali per salvare vite o migliorare significativamente la qualità della vita di chi riceve l’organo. La legge italiana esclude categoricamente la possibilità di donare il cervello o le gonadi, per motivi etici e scientifici. Tutte le donazioni vengono effettuate in modo sicuro, seguendo protocolli rigorosi, e sempre nel pieno rispetto della volontà espressa dal donatore in vita.
Come funziona il registro donatori di organi e tessuti?
In Italia, il Sistema Informativo Trapianti (Sit) è lo strumento ufficiale che raccoglie e gestisce le dichiarazioni di volontà alla donazione. Ogni cittadino maggiorenne ha il diritto di esprimere la propria scelta in modo semplice e gratuito. Lo può fare, ad esempio, al momento del rilascio o del rinnovo della Carta d’Identità Elettronica presso il proprio Comune. In quel momento, la volontà, favorevole o contraria, viene registrata nel Sit e sarà consultabile dai medici in caso di decesso. Un altro canale ufficiale è l’iscrizione all’Aido (Associazione Italiana per la Donazione di Organi), che consente di dichiarare la propria adesione online tramite Spid o firma digitale. Inoltre, è possibile rivolgersi alla propria Asl per compilare un modulo cartaceo. È importante sottolineare che, in assenza di una dichiarazione esplicita, la legge italiana affida la decisione finale ai familiari, chiamati a interpretare la volontà del defunto. Per questo motivo, manifestare chiaramente la propria scelta rappresenta un gesto fondamentale di responsabilità e altruismo, che solleva i propri cari da una decisione difficile e spesso dolorosa.