Prof. Daniela Massi, Sezione di Anatomia Patologica, Dipartimento di Scienze della Salute Università degli Studi di Firenze
Prof. Cinzia Fatini, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica Università degli Studi di Firenze
Dott. Michela Cirillo, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica Università degli Studi di Firenze
La medicina, fin dalle sue origini ha avuto un punto di vista maschile, nel senso che ha avuto un’impostazione androcentrica, di fatto oscurando il fatto che il 50% dell’umanità è composta da individui dell’altro sesso e cioè dalle donne. Migliori conoscenze scientifiche ed una più matura consapevolezza nella società hanno però evidenziato negli ultimi decenni che oltre che differenze di sesso (componente biologica) fosse necessario considerare le differenze di genere (componenti ambientali/sociali) e approfondire le conseguenze che tale diversità porta nella pratica clinica e nel miglioramento dello stato di salute. La Medicina di Genere continua a suscitare quindi un interesse crescente, anche se non sempre è stato ben definito il suo reale significato, dimensione ed impatto sulla gestione della salute. La Medicina di Genere affronta in maniera innovativa e con un diverso punto di vista rispetto al passato le diseguaglianze di salute basate sul genere. Questa nuova dimensione, trasversale a tutte le discipline della medicina, assume un significato più ampio, non più correlato alle sole patologie sessuali o riproduttive, ma a tutte le malattie degli organi e sistemi che si manifestano nei due generi in termini di prevenzione, sintomatologia, diagnosi, terapia e prognosi.
Paradigmatico è il caso delle patologie cardiovascolari, la cui mortalità è maggiore nella donna, che hanno un’eziologia multifattoriale legata all’interazione di fattori di rischio, non modificabili, quali età, sesso e familiarità, e modificabili, quali abitudine al fumo, ipertensione arteriosa, dislipidemia, inattività fisica, alimentazione scorretta, sovrappeso/obesità e diabete. Nella donna rispetto all’uomo il rischio cardiovascolare è aggravato dalla presenza di fattori di rischio specifici, come l’ipertensione gravidica, il diabete gestazionale e la menopausa precoce. Altro caso in cui si evidenziano sostanziali differenze di genere è il diabete che pur essendo più frequente nell’uomo, nella donna espone ad un rischio maggiore di sviluppare complicanze cardiovascolari. In campo oncologico, oltre al tumore della mammella molto raro nell’uomo ed a quello della prostata ovviamente genere specifico, nella donna è in significativo aumento il cancro del polmone e quello del colon/retto ha una prognosi peggiore nel genere femminile. L’osteoporosi non è una malattia solo femminile, poiché è presente anche nell’uomo e nonostante che le fratture si presentantino con circa 10 anni di ritardo la mortalità associata a questi eventi è maggiore nell’uomo rispetto alla donna. Nel campo delle malattie neurodegenerative, osserviamo che nelle donne, il rischio di ammalarsi di malattia di Alzheimer è quasi doppio rispetto a quello negli uomini. Infine, in ambito di cefalee primarie due esempi eclatanti di diversità di genere sono quelli dell’emicrania che colpisce per due terzi le donne ed un terzo gli uomini e viceversa la cefalea a grappolo affligge per tre quarti gli uomini ed un quarto le donne.
Pertanto, l’applicazione nella pratica clinica di una medicina personalizzata non può prescindere da un approccio genere-specifico che parta da un più efficace programma di prevenzione, con la promozione di uno stile di vita sano, e di trattamento di condizioni patologiche ad alto impatto sociale al fine di contribuire a migliorare la qualità della vita e la salute a lungo termine.
Il piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere approvato dal Ministero della Salute nel 2019 prevede quattro aree tematiche, tra cui quella dedicata alla formazione. Nel 2023 il Ministro della Salute ed il Ministro dell’Università e della Ricerca hanno sottoscritto il decreto di adozione del Piano Formativo Nazionale per la Medicina di Genere, che integra quanto già sancito dal Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere in materia di formazione e ha lo scopo di fornire indicazioni sulla formazione in Medicina di Genere.
L’Università ha pertanto il compito ed il dovere di implementare programmi di studio e corsi orientati a promuovere la cultura della medicina orientata alle differenze di genere. Nell’Università degli Studi di Firenze, presso il Dipartimento di Scienze della Salute, è attivo dal 2016 il Master di II livello in Salute e Medicina di Genere, che attua un percorso didattico multidisciplinare allo scopo di fornire le conoscenze sia di base che specialistiche per una corretta comprensione del vasto panorama della Salute e Medicina di Genere.
I contenuti del piano di studi del Master comprendono aspetti epidemiologici che sottolineano la diversa prevalenza di numerose patologie nei due generi, gli aspetti clinici spesso diversi nei due generi e che necessitano di una diagnostica specifica diretta alla precoce individuazione di tali differenze. Non meno importanti sono i contenuti relativi ai quadri fisiopatologici delle malattie. Un tema di particolare rilevanza ampiamente trattano nel Master e quello della farmacologia di genere che si articola in due differenti ambiti, il primo è relativo alle sperimentazioni cliniche con i farmaci che sino a pochi anni fa erano condotte quasi esclusivamente in soggetti maschi così impedendo di conoscere l’esito dell’uso di molti farmaci nelle donne. Tale atteggiamento penalizzante è stato la regola anche negli studi preclinici in cui in maniera routinaria venivano utilizzati solo animali di genere maschile. La donna presenta inoltre peculiarità farmacocinetiche e farmacodinamiche ad oggi meno note perché studiate in maniera insufficiente dalla ricerca farmacologica ma che si possono tradurre in effetti sia terapeutici che tossici, molto differenti tra i due generi.
Il corso, si propone di creare una figura professionale che possieda una conoscenza multidisciplinare e che sia in grado di promuovere e mettere in atto una cultura di genere, con l’obiettivo da un lato di superare le diseguaglianze nel campo della prevenzione, diagnosi e terapia delle varie patologie, dall’altro di suggerire l’adozione di politiche atte allo sviluppo di nuove strategie sanitarie e favorire un cambiamento organizzativo del Sistema Sanitario. Dal 2016 ad oggi hanno acquisito il titolo del Master in Salute e Medicina di Genere 51 professionisti, di cui 47 donne e 4 uomini. Nell’anno accademico attualmente in corso sono iscritti 12 professionisti, di cui 11 donne e 1 uomo, persiste pertanto una differenza di genere nella partecipazione stessa al Master. In queste sette edizioni il Master ha mantenuto la sua peculiarità multidisciplinare grazie alla partecipazione di professionisti, laureati magistrali, non soltanto in ambito sanitario e nello specifico, medici di numerose specialistiche, biologi, farmacisti, infermieri, dietisti, ma anche socio-sanitario come psicologi, ed antropologi.
Anche negli anni della pandemia da COVID-19, l’attività didattica nell’ambito del Master è proseguita, attraverso l’implementazione delle attività a distanza sulle piattaforme messe a disposizione dall’UNIFI. In considerazione del successo e della partecipazione attiva dei discenti, tale attività didattica da remoto è stata mantenuta anche per continuare a favorire e facilitare la fruibilità dei corsi e quindi la crescita di professionisti che, come ogni anno, afferiscono al Master da tutte le Regioni italiane. Per il prossimo anno accademico 2023-2024, il Master vedrà un nuovo Coordinatore nella figura della Prof.ssa Daniela Massi, che succederà alla Prof.ssa Cinzia Fatini che ha brillantemente portato avanti in questi ultimi cinque anni questo percorso, istituito e fortemente voluto dall’Università degli Studi di Firenze e dalla Prof.ssa Teresita Mazzei. Sono già attive le pre-iscrizioni per il nuovo anno accademico, che si concluderanno il 26 gennaio 2024 alle ore 12,30, con successivo inizio della VIII edizione del Master il 14 Marzo 2024.