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22 Febbraio 2023

Medicina Interna e Psicologia Clinica

La cura del benessere emotivo del medico come fattore protettivo della relazione medico-paziente

Prof. Roberto Tarquini, Direttore Medicina Interna I San Giuseppe Empoli

Dott.ssa Giuditta Martelli, SOSD Psicologia Clinica USL Toscana Centro

Dott.ssa Francesca Gramigni, Specializzanda in Psicoterapia

Nel 1890 il Governatore J.Proctor Knott così si esprime davanti alla classe di laurea della scuola di Medicina del Kentucky: “Non esiste nessun’altra chiamata ed abnegazione più assoluta di quello che avete scelto. Nessun’altra vocazione richiede un esercizio più costante delle più alte facoltà della mente umana, o una devozione più seria”. Ancora oggi, l’American Academy of Family Psysician, osserva: “La medicina non è per tutti. È una vocazione che richiede impegno per il servizio, apprendimento costante e dedizione alla pratica con competenza e compassione”. Affermazioni queste che hanno visto un ulteriore conferma durante la pandemia Covid-19, nel corso della quale si è assistito all’emergere di due processi opposti ma connessi tra di loro. Da una parte, la retorica dell’eccezionalità della professione medica, dall’altra l’enfasi sul principio di responsabilità individuale, tale per cui il personale sanitario, avendo scelto di immolarsi e di sacrificarsi, deve pensare da solo anche al proprio benessere. Queste tendenze hanno giocato un ruolo fondamentale nel determinare vari ostacoli alla promozione e tutela del benessere emotivo dei medici.

Essendo ciascuna azienda, e quindi anche l’azienda sanitaria “una combinazione di mezzi e di uomini che assurgono ad unità”, la strategia di affidare la responsabilità del proprio benessere al singolo, separando così mezzi e uomini, risulta nel lungo termine totalmente inefficace.

Alla luce di queste riflessioni, presso il San Giuseppe di Empoli, la Psicologia Clinica ha proposto un intervento basato sulla mindfulness all’interno del reparto di Medicina Interna I. Come affermato dallo stesso primario: “Alcune delle qualità da coltivare attraverso la mindfulness sono parte integrante del dovere del medico e dovrebbero far parte della nostra box of tools”. ‘E stato attuato un intervento combinato in cui all’applicazione del protocollo MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction) si è aggiunto il  supporto psicologico di gruppo, in un contesto in cui la psicologia ospedaliera si propone  in modo costante come presenza reale e fisica in reparto, entrando così in relazione continua con l’équipe medica e i suoi bisogni.

Il progetto, accolto su base volontaria da 14 medici suddivisi in due gruppi, ha avuto la durata di 8 incontri on-line, modalità che ha sicuramente facilitato la partecipazione.

Al termine di ogni incontro sono state fornite le tracce audio costruite ad hoc per i partecipanti da utilizzare individualmente ma, come abbiamo osservato con estremo piacere, la pratica ha avuto un riscontro collettivo in reparto, permettendo di creare il punto di partenza dal quale costruire nuove modalità di relazione e di interazione umana tra colleghi medici. Lo spazio dedicatogli è stato uno spazio che ha permesso di osservare tematiche profonde legate al ruolo del medico nei confronti del malato, ma anche personali, avvicinando ancor più umanamente il gruppo di lavoro.

Uno dei temi centrali degli incontri è stato l’attenzione alle comunicazioni difficili che avvengono soprattutto in reparto con pazienti e familiari. Psicologia clinica e Neuroscienze hanno infatti oggi dimostrato come la qualità della relazione del medico con il paziente abbia un effetto sui processi biologici, che può essere terapeutico così come, se non ben condotto, negativo.

Il progetto ha dunque tentato di cogliere la sfida della complessità, lavorando sia sul piano individuale per offrire uno strumento che renda autonomo il singolo medico, ma, allo stesso tempo, faccia sentire i partecipanti parte di un sistema interconnesso in cui l’obiettivo è quello di umanizzare non solo il rapporto con il paziente ma di tutto il sistema sanitario, investendo sempre di più nel capitale umano.

Per bibliografia: giuditta.martelli@uslcentro.toscana.it

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Medicina Interna e Psicologia Clinica

22 Febbraio 2023

La cura del benessere emotivo del medico come fattore protettivo della relazione medico-paziente

Prof. Roberto Tarquini, Direttore Medicina Interna I San Giuseppe Empoli

Dott.ssa Giuditta Martelli, SOSD Psicologia Clinica USL Toscana Centro

Dott.ssa Francesca Gramigni, Specializzanda in Psicoterapia

Nel 1890 il Governatore J.Proctor Knott così si esprime davanti alla classe di laurea della scuola di Medicina del Kentucky: “Non esiste nessun’altra chiamata ed abnegazione più assoluta di quello che avete scelto. Nessun’altra vocazione richiede un esercizio più costante delle più alte facoltà della mente umana, o una devozione più seria”. Ancora oggi, l’American Academy of Family Psysician, osserva: “La medicina non è per tutti. È una vocazione che richiede impegno per il servizio, apprendimento costante e dedizione alla pratica con competenza e compassione”. Affermazioni queste che hanno visto un ulteriore conferma durante la pandemia Covid-19, nel corso della quale si è assistito all’emergere di due processi opposti ma connessi tra di loro. Da una parte, la retorica dell’eccezionalità della professione medica, dall’altra l’enfasi sul principio di responsabilità individuale, tale per cui il personale sanitario, avendo scelto di immolarsi e di sacrificarsi, deve pensare da solo anche al proprio benessere. Queste tendenze hanno giocato un ruolo fondamentale nel determinare vari ostacoli alla promozione e tutela del benessere emotivo dei medici.

Essendo ciascuna azienda, e quindi anche l’azienda sanitaria “una combinazione di mezzi e di uomini che assurgono ad unità”, la strategia di affidare la responsabilità del proprio benessere al singolo, separando così mezzi e uomini, risulta nel lungo termine totalmente inefficace.

Alla luce di queste riflessioni, presso il San Giuseppe di Empoli, la Psicologia Clinica ha proposto un intervento basato sulla mindfulness all’interno del reparto di Medicina Interna I. Come affermato dallo stesso primario: “Alcune delle qualità da coltivare attraverso la mindfulness sono parte integrante del dovere del medico e dovrebbero far parte della nostra box of tools”. ‘E stato attuato un intervento combinato in cui all’applicazione del protocollo MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction) si è aggiunto il  supporto psicologico di gruppo, in un contesto in cui la psicologia ospedaliera si propone  in modo costante come presenza reale e fisica in reparto, entrando così in relazione continua con l’équipe medica e i suoi bisogni.

Il progetto, accolto su base volontaria da 14 medici suddivisi in due gruppi, ha avuto la durata di 8 incontri on-line, modalità che ha sicuramente facilitato la partecipazione.

Al termine di ogni incontro sono state fornite le tracce audio costruite ad hoc per i partecipanti da utilizzare individualmente ma, come abbiamo osservato con estremo piacere, la pratica ha avuto un riscontro collettivo in reparto, permettendo di creare il punto di partenza dal quale costruire nuove modalità di relazione e di interazione umana tra colleghi medici. Lo spazio dedicatogli è stato uno spazio che ha permesso di osservare tematiche profonde legate al ruolo del medico nei confronti del malato, ma anche personali, avvicinando ancor più umanamente il gruppo di lavoro.

Uno dei temi centrali degli incontri è stato l’attenzione alle comunicazioni difficili che avvengono soprattutto in reparto con pazienti e familiari. Psicologia clinica e Neuroscienze hanno infatti oggi dimostrato come la qualità della relazione del medico con il paziente abbia un effetto sui processi biologici, che può essere terapeutico così come, se non ben condotto, negativo.

Il progetto ha dunque tentato di cogliere la sfida della complessità, lavorando sia sul piano individuale per offrire uno strumento che renda autonomo il singolo medico, ma, allo stesso tempo, faccia sentire i partecipanti parte di un sistema interconnesso in cui l’obiettivo è quello di umanizzare non solo il rapporto con il paziente ma di tutto il sistema sanitario, investendo sempre di più nel capitale umano.

Per bibliografia: giuditta.martelli@uslcentro.toscana.it

Di Redazione Toscana Medica

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Roberto Tarquini

Giuditta Martelli

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