Il caldo rischia di diventare nei prossimi anni una delle principali sfide nel campo della salute. Nel 2022, secondo i dati Istat, sono stati rilevati dei tassi di mortalità consistenti in tutta Italia, tra cui anche nella regione Toscana. Nel complesso il Paese ha avuto una mortalità maggiore rispetto al pre pandemia, circa 68 mila decessi totali in più. La Toscana si posiziona al sesto posto nel grafico di confronto. L’Agenzia Regionale di Sanità ha evidenziato come questo dato sia in parte ancora riconducibile alla diffusione del Covid-19, meno aggressivo nelle sue varianti recenti, ma pur sempre un fattore di rischio nei pazienti più fragili e anziani. Nel 2022, in Italia, sono stati 47 mila i decessi per il virus a fronte di 19 milioni di contagiati, l’anno prima 63 mila morti e 4 milioni di persone rimaste infette. Tuttavia un ruolo sempre più significativo lo hanno avuto proprio le ondate di calore, intense per oltre un mese e mezzo e più elevate rispetto al passato, in particolare a luglio. Il mese, non a caso, in cui si è assistito al picco della mortalità. In Toscana oltre mille decessi in più in confronto allo stesso periodo degli anni tra il 2015 e il 2019. Un incremento del 30%. Proprio a luglio sono stati rilevati 2,8° in più.
I dati, oggettivi, raccontano quanto sia urgente allora affrontare la questione climatica non più solo come un tema ambientale ma anche e soprattutto di salute. Occorre lavorare su due binari: quello della cultura e consapevolezza e quello dell’organizzazione. E’ fondamentale che la popolazione, in ogni sua generazione, prenda sempre più coscienza i pericoli associati all’aumento costante delle temperature sull’organismo umano e la sua corretta funzionalità. I rischi sono molteplici, tra cui colpi ed esaurimenti da calore, dermatitie da sudore, con possibili conseguenze anche gravi nei soggetti più a rischio. Oltre alla prevenzione, come comportamenti quotidiani, è probabile che uno sforzo aggiuntivo sarà atteso anche al nostro sistema sanitario. Dovremo essere pronti a gestire, potenzialmente, un livello di richieste sempre maggiore nel periodo estivo, di accessi numerosi ai pronto soccorsi. La pandemia ha mostrato quanto la cultura, in quel caso sulle corrette norme di igiene, e l’organizzazione interna ospedaliera rivestano un ruolo determinante nei momenti più critici e possano segnare la differenza tra l’aumento o il calo della mortalità.