Sul cancro esistono sterminate biblioteche e non è facile scrivere qualcosa di nuovo. Ci sono brillantemente riusciti Gianni Amunni e Walter Gatti, l’uno Direttore Generale dell’ISPRO Toscano, l’altro giornalista scientifico di lungo corso, i quali hanno scritto a due mani un breve e succoso testo “De Cancer” per l’editore Caissa Italia. Un piccolo e leggibilissimo libro che raccoglie, intorno alle questioni più rilevanti sollevate dalle patologie oncologiche sempre più diffuse e cronicizzate, una serie di interviste, sia a pazienti che a esperti delle molteplici discipline coinvolte, il tutto tenuto insieme, a far da filo conduttore a una collana di argomenti che affrontano i molteplici risvolti umani, sociali e culturali del cancro, da capitoletti introduttivi o esplicativi degli autori.
Pagine dedicate ai malati e alle malattie, rivolte ai non addetti ai lavori, ai sani -potremmo meglio dire- tutte consacrate all’opera, fondamentale per chi soffre, di smitizzare il cancro, di riportarlo a un ruolo sociale e culturale più rispondente alla realtà attuale delle possibilità di cura. Questo è il frutto di un lavoro collettivo che assembla contributi e esperienze diverse e tutte coincidenti in un messaggio di ragionevole speranza.
In conclusione un tentativo, ben impostato e riuscito, di abbandonare il luogo comune del cosiddetto “brutto male”, della condanna fatale, per abbattere il muro di ignoranza che circonda i progressi della scienza e della tecnica tra eccessive illusioni, acritiche speranze e assurde diffidenze, un coacervo di sentimenti e di emozioni che opere come questa, di Amunni e Gatti, contribuiscono con forza persuasiva a riportare sotto la luce della ragione. Un impegno civico e civile di sostegno e di dignità nei confronti di chi soffre e dei loro familiari il cui scopo primario è l’uguaglianza delle cure e, nello stesso tempo, di vivere per quanto possibile un’esistenza serena, superando psicologicamente il vissuto del cancro come metafora del male.
Antonio Panti