Luciano De Magistris era specialista in Geriatria, e per molti anni è stato una figura di riferimento nel panorama dell’assistenza agli anziani. Fra i primi geriatri formatisi alla Scuola pionieristica di Firenze, aveva terminato la carriera ospedaliera proprio guidando il Reparto di Careggi che lo aveva visto giovane e intraprendente assistente, subito dopo la laurea. Negli anni dopo il pensionamento, con modestia e generosità, aveva discretamente lasciato “il testimone” ai più giovani, anche se ancora pieno di energie e slanci creativi.
Chi l’ha conosciuto e chi ha avuto l’opportunità di lavorarci insieme – io per alcuni anni- conserverà sicuramente il ricordo di un uomo irrequieto ed intelligente, capace di agire con coerenza e ricchezza di idee, di gesti e di esempi. A tutti è sempre apparso un Medico intellettualmente libero, profondamente critico verso modelli assistenziali rigidi, capace di sfidare abitudini radicate, introducendo approcci originali e soluzioni concrete che hanno migliorato la qualità della vita dei pazienti e la sicurezza della pratica clinica, guidato dalla ferma convinzione che benessere, dignità e qualità della vita delle persone più fragili meritassero uno sguardo diverso, più umano e più attento. Personalmente, negli anni iniziali della mia professione, ha rappresentato il Maestro/Collega che più mi ha insegnato su questi aspetti.
Difficile non riconoscergli spiccate capacità organizzative: ha ideato e messo in atto modelli di lavoro sempre orientati all’efficacia, con un’attenzione costante alla sicurezza delle pratiche cliniche. È stato promotore di strumenti operativi nuovi, anticipando esigenze che solo molto più tardi sarebbero diventate patrimonio comune nella medicina geriatrica.
Accanto all’acutezza clinica e alla capacità di innovare, chi ha lavorato con lui ricorda con gratitudine il suo stile di guida: leader naturale, limpido e sincero, fermo ma generoso, capace di esaltare i talenti di ciascun collaboratore, di correggere con rispetto ed equilibrio, ed ottenere il meglio da tutti, valorizzando le differenze, con una vicinanza disinteressata, rara a trovarsi. Ha costruito attorno a sé équipe salde e motivate, sempre creando ambienti di lavoro coesi, dinamici e appassionati.
La sua vita non si è esaurita nella Medicina. Spirito curioso e inquieto, aveva un carattere peculiare, non banale; la sua intelligenza era acuta e chiara: due aspetti fastidiosi ai mediocri, inevitabilmente incontrati. Viaggiatore, amava il mare e luoghi lontani, dove cercava – e spesso ritrovava – un contatto più vero con le cose, con le persone, con il senso del vivere. Era una mente organizzata e concreta, capace di passare con naturalezza dall’astrazione del pensiero alla concretezza dell’azione. Queste qualità gli avevano permesso di costruirsi una vecchiaia -arte del vivere- serena, dignitosa e consapevole: per chi resta, un altro risultato da conquistare.
Walter De Alfieri