di Pietro Dattolo, Presidente Ordine dei Medici di Firenze
Le ultime pubblicazioni della Fondazione Gimbe indicano come la spesa sanitaria in Italia si attesti al 6,3% del Pil, ben al di sotto della media Ocse, pari al 7,1%, e siamo fanalino di coda tra i paesi del G7. Il sottofinanziamento della sanità pubblica sta diventando sempre più un problema e mina alla base il principio costituzionale di universalità delle cure sancito dall’articolo 32. La soglia del 6% sul Pil è un limite invalicabile di non ritorno che non potrà consentire cure gratuite per tutti .
Serve quindi un rapido cambio di paradigma.
Il Fondo sanitario nazionale non è una spesa ma un investimento. Tutti gli economisti concordano sul fatto che un euro investito in sanità ne genera quasi 2. Ad oggi al Fondo sanitario nazionale mancano quasi 50 miliardi: è un gap che dobbiamo colmare, aumentando gradualmente le risorse a disposizione. Se questo non accadrà, la concretizzazione del modello Usa sarà sempre più inevitabile: chi ha la disponibilità economica si curerà prima e meglio, mentre gli altri non avranno accesso a cure adeguate se non a pagamento. Non possiamo accettare di avere una sanità di serie A per i ricchi e una di serie B per i più poveri. Dobbiamo passare dalla politica dei tagli a quella degli evitare gli sprechi e cominciare ad investire più adeguatamente in sanità”.